Pubblicato il 31 Agosto 2009
Proponiamo il racconto dell’autore del libro, Walter Gatti, pubblicato su www.risonanza.net.
Alle 14.50 di giovedì 27 agosto la Sala A4 del Meeting di Rimini era già zeppa. Gente ovunque, dentro, fuori, sopra, sotto, per terra, in piedi. Tra il palco e le quinte, la prima fila e il resto del salone c’erano pure i musicisti. Così a un certo punto, si comincia, addirittura in anticipo: HELP! IL GRIDO DEL ROCK alza il sipario. Ed è uno show differente dai precedenti, perché c’è dentro sia il rock del primo volume, che la canzone italiana del secondo COSA SARÀ (che da questi giorni è in vendita: si compra qui www.itacalibri.it).
Si comincia, dicevo: breve intro del perché tirar fuori l’umano dal rock, del perché cercare quel che è vero faccia a faccia del rock con il senso ultimo dell’essere vivi. E poi via subito con il primo video, firmato Gigi BARO: ISN’T AMAZING degli HOTHOUSE FLOWERS, quello che dice “ogni pianto è una canzone, e ogni canzone è una preghiera e le nostre preghiere saranno ascoltate“. Grande gospel-rock from Ireland, bell’attacco che colpisce alle coronarie. Dal video, al live: chiamo sul palco i VERSUS di Daniele DUPUIS e attacchiamo WHISH YOU WERE HERE, la canzone dell’amicizia, dell’attesa: “Se tu fossi qui…” dice Roger a Syd, ma è quel che diciamo un po’ tutti all’amico, all’Amico. Insomma, due colpi bassi per iniziare.
Si prosegue con un video, da emozione pura: è HERE COMES THAT RAINBOW AGAIN, grandissima canzone di Kris KRISTOFFERSON con gli HIGHWAYMEN, storia di camionisti, di cameriere e di okie kids con quell’impressionante “non c’è nulla come l’umano…”. L’atmosfera è calda, il pubblico (300 seduti, altri 200-300 stipati nell’atrio, altri 200-300 mandati via dal servizio d’ordine: così mi han detto dopo) partecipa. E allora è la volta di un po’ di acoustic sound: salgono sul palco Stefano RIZZA e Walter MUTO per una bella versione dell’immortale FATHER AND SON di Cat STEVENS, cantata anche dalla gente del salone. Dopo gli applausi resta in scena il longilineo Muto per interpretare una magnifica WONDERIN ‘A LOUD di sua maestà Jan ANDERSON-JETHRO TULL, a ricordare che siamo vivi “solo nel donare“.
È tempo di un’accoppiata di canzoni d’amore. Prima il ritorno in scena dei Versus che presentano LOVE IS BLINDNESS degli U2, bellissima e cupa fotografia dell’amore che “chiude”, seguita dall’amore che “apre”, quello di MINA e di MI SEI SCOPPIATO DENTRO IL CUORE, prima canzone italiana dello show, stupendo racconto di quel che può capitare all’improvviso nella vita di chiunque (guarda un po’: nelle sue interviste di questi giorni Enzo JANNACCI ha proprio paragonato la fede all’innamoramento…).
Amore, amicizia, strada da percorrere, cose da cercare, vite da trovare: è tempo di ascoltare i Daniele DUPUIS in una versione solo (al Farfisa) di THE LONG AND WINDING ROAD (“non lasciarmi qui alla tua porta…”) e poi i Versus alle prese con E TI VENGO A CERCARE di Franco BATTIATO, periodo Fisiognomica. Si torna all’acustico, con Walter Muto impegnato a ricordare John MARTYN e la sua MAY YOU NEVER, bellissima, calda, dolcissima; mentre ora è la volta di TOMORROW IT’S A LONG TIME di DYLAN con in scena finalmente Riro MANISCALCO (che fino a quel momento s’era accoccolato in poltrona come uno spettatore; la vecchiaia…): che grande il nostro amico amerikano! A questo punto il trio acustico si prende la scena: MUTO, RIZZA E RIRO sfoderano una magnifica versione di HOLY MOTHER di Eric CLAPTON. Temperatura torrida, successo e applausi di conseguenza.
Ultimi pezzi, tre video: WHAT DO YOU WANT ME TO DO di Mike SCOTT è un altro bel video prodotto da Gigi Baro, OVUNQUE PROTEGGI di Vinicio CAPOSSELA è una preghiera laica difficile da dimenticare, piano e voce da commozione mentre canta “ovunque proteggi la grazia del tuo cuore“; JESUS BLOOD commovente suite di Gavin BRYARS è una storia da raccontare e da guardare, mentre la voce del barbone londinese si interseca con quella i Tom WAITS. Applausoni. Siamo alla fine: tutti in scena per la dylaniana I SHALL BE RELEASED (“da un giorno all’altro adesso, sarò liberato…”), ma visto che la gente chiede bis, ecco rimanere on stage i Versus per una HEROES di David BOWIE inattesa quanto potente. Dopo 100 minuti cala il sipario. Tutti contenti, mi pare (scrivete pure, chi c’era: apprezziamo i commenti).
Grande performance dei tecnici, del tech-boss Donati (thank you fratello), della gente tutta. Bellissimo per me. Una cosa che resta nel cuore.
Walter Gatti
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