Pubblicato il 16 Gennaio 2011
Martedì 14 dicembre si è tenuta a Ferrara la presentazione del libro di Fabio Cavallari Enrico Zanotti. La politica che lascia il segno (Itaca, Castel Bolognese 2010) sulla vita di Enrico Zanotti, avvocato e consigliere nel Comune di Ferrara, colpito da una rara malattia che l’ha portato alla morte nel 2001, a soli 36 anni.
Al politico ferrarese è stata intitolata un’omonima Fondazione, nata per “far crescere e sviluppare, a vantaggio dei giovani, tutti quei rapporti di stima, amicizia e riconoscenza nati attorno alla persona di Enrico Zanotti durante lo svolgersi della sua vita sociale, privata, professionale e politica”.
Non è stata certo una commemorazione la presentazione del libro di Fabio Cavallari Enrico Zanotti. La politica che lascia il segno avvenuta presso la sala S. Francesco martedì 14 dicembre sulla storia di Enrico Zanotti, politico, cristiano del movimento di Comunione e Liberazione, scomparso dieci anni fa. L’atmosfera era piuttosto quella allegra ed emozionata di un incontro tra persone che hanno condiviso una bella esperienza politica e umana e che si ritrovano dopo tanto tempo per l’amicizia con Enrico che «seppur da altra riva coltiva la sua presenza». Erano numerosissimi in sala e sul fondo andava crescendo una piccola folla che non aveva trovato posto a sedere.
C’erano i protagonisti della politica ferrarese dei primi anni ’90. C’erano gli amici di sempre che rivedevano attraverso le foto che scorrevano momenti della propria storia: i volantinaggi in piazza nel ’92 per l’elezione di Enrico, le vacanze e le cene insieme. C’erano tanti politici di adesso che forse Enrico non l’hanno conosciuto personalmente eppure erano lì per ascoltare e capire come la politica possa essere lavoro per il bene comune, oggi, quando sembra difficile anche solo pensare che esista un bene comune. Eppure Enrico l’ha testimoniato attraverso un impegno politico fondato sul gusto e sulla passione per l’esperienza cristiana che concretamente gli si mostrava attraverso gli amici della comunità di Ferrara e che gli ha fatto costruire rapporti solidi di amicizia anche tra avversari di partito. E oggi il bene comune viene perseguito dentro le opere nate dalla sua intuizione attraverso la Fondazione che porta il suo nome. Enrico ha realizzato tutto velocemente: laurea, matrimonio, famiglia, carriera professionale e politica, come chi sa da sempre che la vita va vissuta intensamente perché solo così, breve o lunga, è compiuta.
La serata è iniziata con un canto suggestivo e bello: e fa effetto oggi iniziare un momento pubblico cantando. Poi la lettura delle prime pagine del libro che racconta Ferrara e la sua piazza e si intuisce che da lì nascerà tutto. E viene voglia di leggere oltre per scoprire di più di Enrico, dei suoi amici e di quello che ha fatto e di com’era.
Erano stati invitati ad intervenire oltre all’autore del libro, Fabio Cavallari, il giornalista del «Resto del Carlino» e caro amico di Enrico, Stefano Lolli, il sindaco di allora, Gaetano Sateriale, e mons Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro attraverso un intervento videoregistrato. Tutti hanno condiviso con il pubblico presente ricordi personali.
Lolli ha raccontato numerosi aneddoti sulla sua amicizia con Enrico basata sull’ironia, sulle punzecchiature reciproche per la comune permalosità, ma soprattutto sul fascino che esercitava per il fiuto politico coniugato con la capacità di attrarre la stampa e allo stesso tempo di dialogare con le opposizioni. Sateriale ha rivelato che la simpatia umana per Enrico gli aveva fatto vincere una naturale e storica diffidenza verso la politica poiché avvertiva una affinità tra quell’uomo da lui definito schietto e concreto che rappresentava gli interessi di una comunità e l’esperienza sindacale dalla quale l’ex sindaco proveniva.
L’intervento di mons. Negri ha sottolineato come esista una santità comune del popolo di Dio che non ha riconoscimento canonico, ma che si concretizza nel vivere una appartenenza rigorosa alla Chiesa obbedendo alla propria storia ed Enrico aveva vissuto in questo senso da santo, con una genialità creativa che gli faceva cercare il cuore dell’uomo anche tra coloro che non condividevano le sue idee.
Infine ha parlato l’autore del libro, Cavallari, che non ha conosciuto Enrico, ma attraverso le testimonianze dei suoi ha cercato di decifrare il racconto della sua vita e ha definito il risultato un libro collettivo. Ogni persona che gli ha fornito testimonianze ha immesso un pensiero affettivo e la narrazione se è conclusa nel libro non lo è nella vita dove continua nell’affetto dei tanti che colpiti si sono messi in moto e nelle opere che ancora saranno realizzate.
Parlando di opere che cambiano la storia e il cuore dell’uomo, sono stati presentati alcuni progetti di sviluppo educativo e scolastico sostenuti dalla Fondazione Avsi, in varie parti del mondo e si sono proposte iniziative di raccolta fondi.
Una serata bella, non una commemorazione.
Il libro è in vendita a Euro 12,00 nelle edicole ancora per qualche giorno e alla Libreria MelbookStore di Piazza Trento Trieste. Un’occasione per incontrare una storia e un’umanità ancora possibile.
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