Pubblicato il 10 Aprile 2015
Aura Seianti è una giovane archeologa la cui famiglia ha lontane origini etrusche. Lavora presso un importante campo scavi dove si sta riportando alla luce la più antica strada d’Europa, una strada etrusca del VI secolo a.C. che attraversava l’Appennino e l’Italia Centrale, unendo il Tirreno all’Adriatico.
Ed è proprio nei luoghi della “via etrusca del ferro” – scoperta realmente nel 2004 in località Frizzone, nel comune di Capannori (Lucca), dal professor Michelangelo Zecchini con la sua équipe – che i due autori Gianfranco Bracci e Marco Parlanti, esperti di viaggi a piedi, hanno voluto ambientare I segreti della via etrusca, novità Itaca in uscita nelle librerie, ai limiti fra il romanzo storico e il giallo, nel tentativo di riempire, almeno con la fantasia, alcuni vuoti storici che purtroppo si incontrano quando si parla di civiltà etrusca.
Aura, la protagonista, è spinta nella ricerca, oltre che dalla passione per l’affascinante civiltà dei progenitori, anche da una sua intima necessità: risolvere il mistero delle strane visioni che popolano le sue notti. Ciò di cui si rende conto è che quanto sogna è probabilmente accaduto nei luoghi dove lei sta lavorando e vuole capirne il perché.
Scene di vita attuale si intrecciano così a lucidi flash-back storici attraverso i quali il lettore può rivivere i drammatici conflitti tra la popolazione etrusca, costretta a migrare dalla propria terra sotto le incursioni delle truppe nemiche, e la dominante civiltà romana.
Tra avvincenti e continui colpi di scena, la storia si tinge di giallo, con tanto di vittima e sospetti colpevoli, in un crescendo di tensione che terrà il lettore con il fiato sospeso fino alla soluzione del caso.
Due storie parallele, ambientate in due epoche così lontane, unite da una scrittura curata e coinvolgente, a tratti poetica nel tratteggiare l’ambientazione etrusca in modo quanto mai appropriato e realistico.
E gli autori promettono già un seguito…
Gianfranco Bracci, Marco Parlanti
I segreti della via etrusca
Itaca, p. 288, € 15,00
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Credo di potermi considerare un lettore di grosso calibro (quantitativamente) … ben oltre i 50 libri annui.
Ho smesso di leggere letteratura italiana negli anni settanta.
Lo stile iperintrospettivo, troppo spesso debordante, quando non dilagante, nel parlarsi addosso, presente nella stragrande maggioranza delle opere, me la ha resa indigesta.
Raramente, quindi, cedo alla tentazione di farvi nuove “incursioni”.
Questa è stata una di quelle volte … e non la rimpiango.
La trama è scorrevole, il “giallino” è plausibile, di discreta suspense, la ricostruzione storica è interessante e in linea con le attuali conoscenze.
Per i miei gusti, un libro largamente superiore alla media.