Pubblicato il 13 Dicembre 2018
Natale sta arrivando e perché non regalare – o regalarsi – un bel libro da godersi nei momenti di relax? Se ti servono consigli per la scelta di quello giusto, eccoti una lista, tra romanzi, memoir, saggi, libri d’arte, volumi per bambini e ragazzi, racconti storici e testimonianze. 10 libri per un regalo speciale che renda felici amici, famigliari… e anche noi stessi!
Questo romanzo inusuale e accattivante è l’invito a un cammino del cuore, il luogo in cui cielo e terra, infinito e finito, si incontrano. Sono conversazioni della protagonista, Myriam, con una stella, sui grandi temi della vita e dell’amore, intercalate da citazioni di poeti. È un libro rivolto ai giovani e a tutti coloro che hanno il cuore giovane, cioè a persone in ricerca, che non si accontentano; non persone sedute o da salotto, ma che puntano a un Oltre. L’obiettivo è arrivare fuori dalle chiese e dalle sacrestie, lì dovunque si gioca la vita dell’uomo, perché tanti possano conoscere la bellezza e il fascino della fede sperimentata dall’autrice stessa, clarissa: “Per troppo tempo, secoli, ci siamo fermati ai doveri e alla morale di una religione lontana sia da Dio che dagli uomini. La fede invece è attrazione, bellezza, abbandono fiducioso. Quando è autentica, genera sempre un modo nuovo di vivere l’avventura drammatica e stupenda della vita”
In questo libro si racconta la vera storia dello stesso Attilio, oggi detenuto nel carcere di Pescara. Il suo protagonista rievoca la propria escalation criminale fatta di spregiudicatezza, incoscienza e droga – fino a commettere l’omicidio per il quale è stato condannato a 30 anni di reclusione – senza invocare nessuna attenuante. Un racconto del passato che rende autentica la riflessione sul presente e la volontà di scegliere una strada diversa. Coprotagonista del racconto è l’amico Massimo, a cui Attilio indirizza dal carcere le lettere che si alternano al racconto. L’amicizia che nasce e cresce tra Massimo e Attilio è inserita in un tessuto di apparente normalità, in una realtà familiare solida e fondata su sani principi: malgrado questo il tarlo dell’autodistruzione penetra e scava ugualmente. Una “potente storia di amicizia” in cui molti tra i potenziali lettori più giovani potrebbero identificarsi e a cui il libro vuole lanciare un forte messaggio. Quella di Attilio e Massimo è una storia di impunità, di prepotenza e di dolore, ma è anche una testimonianza di riscatto, di rivincita, di sopravvivenza e di desiderio. Questo libro offre tanti spunti di riflessione: l’educazione e il rapporto genitori-figli, l’amicizia, l’adolescenza, la droga, il carcere e la cella che può diventare la tua “migliore amica o peggior nemica”. Un libro che descrive l’esperienza del carcere senza sconti e che mostra che è possibile ricominciare, sempre.
La vita di Andrea è stata una vita intensa, entusiasta e generosa caratterizzata da due grandi amori: Dante e la montagna.
Alpinista di straordinario talento, Andrea aveva all’attivo i più grandiosi quattromila delle Alpi.
Grande cultore del Sommo Poeta, Andrea imparò a memoria tutta la Divina Commedia, seppe incarnarlo, renderlo contemporaneo, facendo proprio il senso di una missione per il bene degli uomini e del mondo che costituiva il motivo profondo delle sue scalate in solitaria: «La mia ricerca più grande è comprendere la ragione – l’amore – per cui scalo le montagne e farne un dono per gli altri». Le stesse montagne che gli furono compagne quell’8 settembre 2017 mentre affrontava la difficile via Major del Monte Bianco, quando morì, travolto da una scarica di pietre. Aveva 21 anni.
Oltre ai contributi di chi lo ha conosciuto e amato, in questo libro è Andrea stesso a raccontarsi. Diari, lettere, poesie, trascrizioni dei suoi video-documentari durante le scalate, svelano una sensibilità umana e letteraria affascinante, lo sguardo limpido e poetico di un ragazzo che era già un uomo. Andrea Chaves. Il poeta e le montagne narra la vita di «un uomo che si visse fino in fondo», come voleva essere ricordato Andrea, senza rimpianti ma con tanti sogni e progetti. Certo, la sua storia porta con sé molte domande, ma anche e soprattutto il desiderio di fare di più, dare di più, perché, diceva Andrea, «nulla al mondo si fa se non per amore».
È una antologia tratta dagli scritti in cui San Francesco di Sales vuole mostrare come la vita cristiana sia possibile a chiunque nelle circostanze concrete in cui si trova a vivere, in un’epoca in cui essa sembra essersi definitivamente separata dalla vita tout court.
Il titolo riassume questo spirito profondo che anima San Francesco di Sales: la santità non come rinuncia alla vita ma come strada che la compie. L’arte di san Francesco di Sales consiste proprio nel presentarci il Vangelo in modo da renderlo attraente. Questi testi intendono dare una risposta alle domande che ogni cristiano si pone in un mondo ridivenuto pagano. In sostanza: come vivere la propria fede con gioia e buonumore «in mezzo alle onde amare di questo secolo» in famiglia, sul lavoro, in politica o a scuola?
Il libro è curato da Max Huot de Longchamp ed ha la prefazione di padre Maurizio Botta.
Antica capitale dell’Impero romano, Ravenna, sulla costa adriatica, possiede un’incomparabile ricchezza di mosaici del V e VI secolo. Unico nella sua grandezza, questo primo capolavoro della fede dell’era cristiana scintilla sotto la sua scorza di mattoni – tre chiese, un mausoleo, due battisteri – come una gemma imperitura fra il crepuscolo dell’impero romano e la notte dei tempi barbarici. Esso ci propone una originale visione del Vangelo (e dell’Antico Testamento), dai colori vividi, d’una freschezza repentina, che riconcilia il cielo e la terra, li fa coesistere in una serena, gioiosa e dolce armonia. Più che una guida, più che un libro di storia, Il Vangelo secondo Ravennaè una passeggiata contemplativa attraverso le più belle illustrazioni che il Vangelo abbia mai ispirato ad artisti perfettamente padroni della propria tecnica e candidamente docili alla luce della propria fede. «Se il vostro destino eterno vi interessa, andate a Ravenna: esso sta scritto sui suoi muri» scrive André Frossard.
La giovinezza, la sofferenza, il dolore, la tossicodipendenza e le strade che portano ad essa, la speranza che rinasce in comunità e un nuovo inizio: sono questi i temi de L’Imprevisto. Giovani perduti e ritrovati (Itaca Edizioni) di Silvio Cattarina che raccoglie frammenti dell’esistenza di tanti giovani che raccontano in prima persona la loro storia. Scrive Eugenio Borgna nella prefazione: «Non è un libro che illustri astrattamente gli abissi esistenziali e morali a cui porta la droga, perché di essa parlano invece le ragazze e i ragazzi che l’hanno sperimentata e ne descrivono i motivi diversi, strazianti; e già questo è un grande merito del libro: far conoscere le illusioni e le tragedie delle tossicodipendenze nel loro nascere e nel loro liberarsene».
Ma soprattutto è un libro che mostra come nessuna condizione brutta e negativa, drammatica e vergognosa possa mai fermare il nostro desiderio di vita. Proprio questo è il messaggio che gli educatori dell’Imprevisto veicolano ai giovani e che crea cambiamenti rivoluzionari nelle loro vite: non si può mai spegnere la speranza. Lo stesso concetto che è al centro del folgorante augurio di Vasco Rossi che chiude il libro.
Tre importantissimi volumi nati da anni di esperienza sul campo, sono uno strumento per riportare nelle famiglie i contenuti essenziali della fede. Per i bambini: perché desiderano capire ed hanno un cuore molto più grande e carico di domande inespresse di quanto immaginiamo.
Per la famiglia: perché i genitori sono colpiti dalle parti riservate a loro, ma anche da quelle rivolte ai loro figli e attraverso questi libri riscoprono il dialogo fra di loro e con i figli su questioni di fondamentale importanza per la vita. Un libro prezioso da avere in casa.
«In queste pagine ci sono la mia adolescenza, poesie, riflessioni e moti del mio animo che “analizzano” una realtà, agli occhi di un fragile diciassettenne, tanto distorta quanto nuova».
Frammenti di ricordi e di vita quotidiana entrano nei pensieri e nel cuore dell’autore che, ogni sera, li esplora sul suo taccuino, dando vita a una poesia armonica, colta ma pulita, ricca di immagini, emozioni e tocchi impressionistici che rendono stupore la sua giovane età. Da Sogni di cartapesta emerge uno sguardo lucido sul tempo di oggi. Nell’assurdità Colletta non scappa, non si rifugia dentro le tranquille convinzioni, né aspetta un Dio che spieghi, ma ne accoglie la vertigine. «17 anni per tutta la vita» non per restare bloccati, bensì per aprire sempre gli occhi come la prima volta sulla meraviglia e la molteplicità dell’esistere (Nicola Campagnoli). Certamente non è facile raccogliere la sfida che la realtà porta con sé, non accontentarsi, fare domande, essere disposti a guardare al cielo, all’intangibile, alle trame misteriose che sfuggono allo sguardo e si vedono solo col cuore. Crescere fa male, creare pure, ma sperare ci libera, questo dice Colletta, e si augura che i nostri sogni, quelli che pronunciamo prima di chiudere gli occhi, pensando a tutto ciò che ci accade ogni giorno, si avverino.
Durante le idi di maggio del 72 a.C. un vecchio cieco bussa alla porta di un giovane romano ignaro delle sue vere origini. Comandante in capo degli Italici nella terribile guerra contro Roma, Gavio Papio Mutilo aveva affidato il nipote appena nato a un ricca famiglia patrizia, salvandolo così dalla strage. Sconvolto da questo antico segreto, Marzio deve lasciare Roma e la bella Lucilla per accompagnare il nonno nelle terre dei loro antenati. È l’inizio di un viaggio che si rivela un’avventura emozionante. Fra racconti di vecchie battaglie e amori in pericolo, Marzio scopre non soltanto paesaggi incantati ma di essere erede di un grande sogno: Viteliú, Italia, una nazione unita di popoli liberi.
Con Viteliú si apre letteralmente un mondo sconosciuto, «una finestra» lo ha definito l’autore «sulle affascinanti origini poco note della nostra nazione».
Dall’inedito punto di vista dei popoli italici, sono raccontate le sorti di Marsi e Peligni, Sanniti Pentri o Irpini, genti che esistevano prima ancora di Roma e che hanno posto le basi della sua grandezza.
«Tra le trame oscure e dolorose della vita ho sempre potuto intravedere qualcosa di attraente, un bene, ma non l’ho mai guardato davvero. C’è forse qualcosa che potrebbe bastarmi, che potrebbe placare quella brama di possesso che mi ha fatto odiare e distruggere tutto ciò che mi è passato fra le mani? Fuggiamo dal sacrificio mentre ciò che cerchiamo è lì dentro a quanto pare». Con queste parole, Giulio raccoglie in un solo abbraccio le tre storie attorno alle quali si svolge il romanzo, diventando il testimone finalmente persuaso di una novità di vita da cui è stato toccato. Le tre donne protagoniste hanno conosciuto il travaglio, la povertà, la costante insoddisfazione di un vivere fatuo, eppure il buono che trovano nelle macerie della loro esistenza non è il rifugio consolatorio, ma qualcosa di preparato per loro. Marta straziata da un amore tradito deve combattere con una malattia da cui il corpo non può guarire, ma che la sana dentro e che le consente di vivere gli affetti vicini e l’apparente banalità del quotidiano da cui prima fuggiva. Tutto per Marta ritorna a fiorire al varco del confine con l’eterno. Irma, giovane albanese sbarcata in Italia, con il problema di trovare un letto in cui dormire ogni sera e che pensa a se stessa come bisognosa di tutto. Questo le permette una gratitudine e uno stupore che cambia le persone intorno a lei. Laura che in giovinezza non ha saputo accettare il dono di un grande amore, nel tempo lo ritrova, non più suo ma più forte e capace di un accoglienza durevole che le ridà speranza e a cui può affidare chi ama. «Solo da un Amore si può dipendere»
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